La via Ferrata delle Trincee è una delle più belle escursioni che si possono fare in Arabba e se siete amanti delle vie ferrate è una delle più belle che ci sono in Dolomiti.
Si tratta di una bellissima attraversata che da Porta Vescovo arriva Passo Padon attraversando un territorio pieno di ricordi della Prima Guerra Mondiale e toccando vetta quali la Mesola, Spiz de Mezdì e Mesolina.
Tutta la gita avviene su una roccia di origine vulcanica, su rocce scure che contrastano con i panorami che fanno da sfondo all'impegnativa ferrata: le belle, famose e mastodontiche montagne dolomitiche con a destra il ghiacciaio della Marmolada e a sinistra il Massiccio del Sella, il Sassolungo, più lontano il Sassongher e tutte le Dolomiti il Parco Naturale di Fanes Sennes e Braies.
I più allenati possono percorre la Ferrata delle Trincee partendo dalla Diga Fedaia o dal Passo Fedaia compiendo così un bellissimo giro ad anello. I meno allenati possono sfruttare la risalita con gli impianti di risalita di Arabba (Funifor Porta Vescovo o cabinovia DMC).
Se si parte dal Passo Fedaia è necessario raggiungere la Diga del Fedaia e, attraversato il muro, in prossimità del Rifugio Castiglioni prendere l’indicazione per Porta Vescovo. Attraversata la strada inizia il ripido ma veloce sentiero 698.
Chi invece raggiunge la partenza della ferrata usando gli impianti di Arabba dovrà semplicemente staccare i soldi per il biglietto e godersi la veloce salita. Della Forcella Porta Vescovo basta seguire ancora il sentiero 689 ed in pochi minuti si arriva alla partenza della via ferrata.
Complessivamente l'escursione è da ritenersi difficile perché la prima parte è letteralmente verticale e molto esposta. Superato lo scoglio della salita alla Mesola la ferrata si può ritenere facile. Sicuramente è una delle più ambite e frequentate tra le vie ferrate dell'Agordino.
Ferrata delle Trincee del Padon
L’inizio fa capire subito di che pasta è fatta questa via ferrata: il cavo nella prima parte e tirato in modo verticale.
I meno esperti faranno molta fatica, dovranno risalire facendo sforzo principalmente sulle braccia; consiglio di salire con calma cercando di trovare gli appoggi per i piedi più comodi e di proseguire caricando il peso sulla gambe per non rischiare di "sfinire" le braccia.
La prima parte, che è quella più impegnativa, si può anche evitare prendendo quella che rappresenta la via di fuga in caso di stanchezza o maltempo. In altre parole chi non se la sente può iniziare la via Ferrata delle Trincee dopo la parte più difficile della Mesola.
Dopo aver superato la prima nera, ripida e verticale parete la Ferrata delle Trincee si sviluppa correndo lungo la cresta della Mesola.
Con dei bei passaggi si superando divertenti rocce fino ad arrivare a uno dei punti più famosi: il caratteristico ponte sospeso.
Al termine di questa bella ed aerea traversata con una delicata discesa si giunge in una grande forcella erbosa dove arriva il sentiero per chi desidera fare la deviazione (che rappresenta la via di fuga in caso di maltempo).
Variante alla Torre dell'Eremita
In questo luogo c’è anche la possibilità di fare una deviazione verso la Torre dell'Eremita. Il CAI ha qui allestito nel 2019 una brevissima ma difficilissima via ferrata che raggiunge un punto panoramico impareggiabile.
Attenzione che la variante per la Torre dell'Eremita, seppur breve è veramente molto impegnativa, anche se non soprattutto per la discesa. La variante inizia e termina alla forcella erbosa.
La forcella rappresenta la fine delle "grandi difficoltà" ma non segna la fine dei passaggi aerei e panoramici.
Da questo punto in poi la via Ferrata delle Trincee diventa una entusiasmante ed emozionante traversata in alta quota a cavallo tra la parte alta della Val Pettorina e la Val Cordevole.
Si attraversano dei bellissimi prati di alta montagna, si devono arrampicare ulteriori brevi e difficili pareti e molto spesso si devono fare delle discese che richiedono particolare attenzione.
Verso la fine della via ferrata si incontrano delle gallerie di guerra che devono essere percorse: meglio essere attrezzati con una torcia oppure utilizzare la luce del telefono per essere sicuri di non mettere il piede in fallo e rischiare di farsi male.
Bivacco Bontadini
Al termine della zona con le e gallerie si arriva al Bivacco Bontadini, un luogo davvero magico.
Dal Bivacco Bontadini per chi ha ancora forza è possibile con una piccola deviazione raggiungere la cima della Mesolina.
Chi invece è già soddisfatto ed è stanco può scendere velocemente fino alla seggiovia Padon e fare una sosta rigenerante al Rifugio Padon che si trova a pochi metri sotto la stazione di monte della seggiovia.
Consigliato ovviamente la polenta con il pàstin, la salsiccia locale di maiale e manzo, tritata grossa molto speziata (la giusta ricompensa dopo tanta fatica).